Tu sei un termostato.
Non registri la temperatura in una stanza, la cambi.
Il mio cambiamento climatico sei tu.
Nell’era delle variazioni meteorologiche fatte di pulsazioni brevi e discontinue , di ritmi rapidi e svaniti, tu sei contesto. Di profondità e portata, tu sei scala.
Sei surriscaldamento del sangue che fa marea nelle vene.
Sei acidificazione in gola al pensiero che tu non ci sia.
Sei l’aumento di livello.
Sei sete.
Sei ghiaccio che scongela.
Sei pericolo di scomparsa definitiva.
Sei permafrost che libera memorie.
Sei migrazione di andata in luoghi che non conosco.
Sei la stessa migrazione di ritorno a casa.
Sei fuga da habitat che non vestono più le giuste condizioni.
Sei adattamento a temperature più calde del previsto e del sopportabile.
Sei mano tesa alla mia resilienza.
Mi costringi al tempo lento degli alberi, al tempo tondo di morte e rinascita.
Sei radici che perlustrano, foglie sputtanate al vento e semi che quel vento conduce fertili.
Sei cicloni e temporali.
Sei specie d’altrove.
Sei oggetto di summit tra i miei desideri.
Sei inquinamento della chiarezza che occorre, sei confusione.
Sei aria che mi manca e primavera che profuma di nuvole sparpagliate nel cielo dei giorni.
Sei aumento della fame.
Sei carestia.
Sei suolo arido che si crepa e da quelle crepe spunta il fiore che sopravvive.
Sei inondazione, presenza monsonica che non riesco ad arginare.
Sei provocazione alla mia salute mentale.
Sei squilibrio e danza.
Sei assenza, dolore, sconfitta.
Sei costanza e dedizione.
Sei colture nuove e grano antico.