Rifugio, senti come suona bene

E terra e polvere che tira vento
E poi magari piove
Francesco De Gregori
La leva calcistica della classe '68
B Bosco della città Villazzano TN

Ci sono malesseri che non si vedono.
Che non si curano con le medicine, perché le medicine non bastano, o perché nessuno te le prescrive visto che “dai, tieni duro che poi passa”.

Però tu stai male lo stesso, eccome.

Lo senti nel corpo affaticato, nelle notti che non dormi perché il fiato è troppo corto, e corta è anche la distanza tra i battiti, e corti sono gli intervalli tra troppi pensieri, macchie scure che si spalmano oleose intorno.
Lo senti nella voglia di fare cose, vedere gente, progettare il futuro, che è sempre meno e sempre più fiacca.
Lo senti nella difficoltà di parlarne, perché sulla salute mentale c’è ancora tanto da dire, da raccontare, da ascoltare. Perché non tutti quelli che stanno male sono in ospedale o nelle cliniche, più facili da intuire, da accettare.

E allora vivi in questa terra di mezzo, come se fossi rifranta - e non infranta.

Di qua c’è qualcuno che vorrebbe solo lasciarsi andare e non reagire più, di là qualcun altro che dice forza, respira, abbracciati l’anima, cammina.

E sei sempre tu, che a volte non sai più chi sei.
B CRAS LIPU TN
Poi c'è quella cosa che diceva Gandhi. Che il modo migliore per ritrovarsi è perdersi nel servizio agli altri.

E allora ci provi di nuovo, così.
Anche se lavori tanto e ti pagano poco – e perché invece non cerchi altri lavori per avere più soldi?
Anche se sei stanca.
Anche se quando lo dici, che fai volontariato, spesso le persone ti guardano con quella faccia lì, che sei brava, eh, tu che puoi, tu che hai tempo, tu che sei abbastanza ricca per poter fare cose gratis.
Nessuno che ti chieda come mai ne hai bisogno, perché è scontato che il bisogno non sia il tuo.
Ché poi, alla fine, mica è facile da capire quell’aggiungere gratuità a una vita calcolata con le leggi dell’economia, perché quelle leggi la gratuità le manda in tilt.

E così, in un mondo di fatiche che ti stanno addosso come una coperta che pizzica, cominci una nuova esperienza proprio di quelle lì sì, quelle che diciamo di fare per gli altri, ma che alla fine abbiamo bisogno di fare più che altro per noi stessi.

Perché smarrirsi nel fare, smarrirsi nei pesi degli altri sentendo che per un istante sei tu quella che può alleggerirli, smarrirsi nella comunità di vicinanze e silenzi che si crea lì intorno… ti riorienta la vita. E te lo ricordi ogni volta, quanto bene fa.

B Bosco della città Villazzano TN

E quindi… Quindi arrivi in questo santuario di recupero, dove vita e morte e voli e dolore e dedizione e perseveranza e cose da imparare e paure da affrontare, chi sui piedi chi sulle zampe, stanno tutte insieme al riparo del bosco.

Un rifugio è, e senti come suona bene.
È una parola che circumnaviga il tuo continente.

Lo scoiattolo che si arrampica sullo steccato della strada di accesso mentre arrivo è un presagio che sa di buono, di pelo color ruggine e sguardo vispo.
La pioggia che finalmente bagna la terra e la testa è regalo benedetto dal cielo e dal cuore.
Le lacrime che scivolano tra le primule ti fanno lieve per un momento.

Quanto si può ricevere, quando si dà così poco, è ancora un mistero che non mi spiego.

Ma quanto curi le ferite farlo, è un mistero che ogni volta si disvela.

Se voleste aggiungervi a sostenere la LIPU – Lega italiana protezione uccelli, quanto si può fare lo vedrete voi stessi da qui > www.lipu.it

Se invece foste in Trentino e notaste qualche animale selvatico in difficoltà, oltre alla reperibilità forestale che potete trovare al 3357705966, potete contattare il CRAS – Centro di recupero per l’avifauna selvatica, dove troverete il supporto necessario di professionisti appassionati.

B CRAS LIPU TN