Piccoli gesti da custodire

Quello che mi ha sempre affascinata, e al contempo infastidita, della filosofia, è che deve sempre farsi domande su tutto. Sempre lì a porre interrogativi, mettere in dubbio, cercare testimonianze, dimostrazioni, prove logiche. Che fosse l’esistenza di Dio o il pelo del proprio cane, sempre qualcosa su cui ragionare, dibattere, discutere.

Sarà per questo motivo che per un po' la filosofia l'ho ripudiata.

Sentivo un bisogno impellente, fisico, di essere ripulita dalle parole, dai pensieri, dalle riflessioni. Un bisogno urgente di vangare, muovermi, sentire il mio corpo vivo oltre la mente e senza la mente. Avevo bisogno di correre, sudare, sporcarmi le mani con la terra, fare, e basta.
Immergermi nella natura, sdraiarmi sull’erba di un prato e chissenefrega se è umida, sentire quelle vibrazioni e quelle farfalle nello stomaco, nelle dita, nella schiena, nei capelli, nella pancia, nei piedi, nella bocca.

Poi è accaduto.
B montagna legno germogli

Non so esattamente quando, e non me lo voglio chiedere. È accaduto perché alla fine, nella vita, se certe cose (o persone o viventi di ogni tipo insomma) devono stare insieme, alla fine insieme ci arrivano. E la natura e la filosofia non possono stare separate, l’ho capito, l’ho imparato. Sono l’una il sostegno per l’altra, perché da un lato siamo testa e pensiero e teoria, ma dall’altro, contemporaneamente e inscindibilmente, siamo carne e sangue, nasciamo sporchi e nella vita ci sporchiamo, di peccati o di gelato.

Quindi eccomi qui, orgogliosamente zozza e piena di idee.

Viva tra le lacrime e le risate, perché anche questo ti insegnano quelle due maestre – femmine, alla facciazza di chi non approva certi tipi di famiglie. Ti insegnano a considerare che niente è dato, tutto è in movimento, tutto in equilibrio tra una cosa e il suo contrario, tra il farla e il vederci un senso e il farla anche se non ce lo vedi che tanto poi lo trovi, se vuoi – o se ti viene incontro.

Anche da qui nasce ECO SELVATICA. Da quelle piccole cose da custodire, che fai con il corpo e con la mente, e nel continuo trasferimento dall’uno all’altra assumono un senso di impagabile valore e bellezza. Queste per me sono alcune.

ES walk
Of all the paths you take in life,
make sure some of them are dirt.
John Muir

CAMMINARE
Da qualche tempo questo è diventato uno dei miei pochi mantra. Restare selvaggi, nelle idee, nei sentimenti, negli incontri, nelle esplorazioni.
E camminare è una tra le esplorazioni che preferisco, momento di attenzione da dedicare al corpo, ai panorami, ai percorsi, ai pensieri, ai muscoli. E tra i muscoli c’è prima di tutto il cuore. Camminare è onorare a ritmo lento il partire e il ritornare, condividere passi leggeri con altre creature e incrociarne le impronte, incontrarsi nel rispetto della fatica.
È praticare com-passione, a partire da quella per se stessi. #keepitwild

CUCINARE
La cucina è la stanza della casa in cui resto più volentieri, quella che curo con più attenzione.
Ci sono pentole, posate, libri, un piccolo altare alla luce, fiori e cibo vegetariano che prova fare un po’ meno violenza al mondo.
È il luogo dove mangio, chiacchiero, mi rilasso, ascolto musica, accolgo gli altri e me stessa.
È il luogo degli esperimenti, un tentativo di celebrare la ricchezza di essere al presente, speziandola di cura.

ES cucina
ES fotografia

FOTOGRAFARE
Scattare fotografie è uno dei modi che ho trovato per fare pace con l’incompiuto.
Accettare che quello che si chiude nella lente non ha mai lo stesso spazio di ciò che si apre davanti agli occhi.
E rendere comunque grazie a un ricordo incompleto, perché è una tessera di memoria di cui fare tesoro.

Yoga non è toccarsi le punte dei piedi,
ma ciò che si impara nel viaggio per arrivarci.
Jigar Gor

PRATICARE YOGA
Pratico da qualche anno e sto imparando.
A fare del tappetino la piccola casa dove raccogliermi.
A stare nel cambiamento, perché conoscersi è un viaggio combinato di mente, corpo e cuore in movimento.
Sto imparando a ricordarmi sempre che non è questione di migliorare se stessi a qualunque costo, ma più che mai di accettarsi mentre si diventa.
Sto imparando, ed è già bello così no?

ES yoga
ES scrittura

SCRIVERE
C’è chi dice che scrivere è un compito per solitari.
Forse è così.
Scrivere per me è scolpire, togliere, spostare, seguire le venature di ciò che già c’è e trarne forma nuova senza tradirne l’origine.
È venire a patti con l’ansia di approvazione e riconoscimento, perché le parole non piacciono a tutti, e non a tutti le stesse.
È lasciare spazio al silenzio tra una parola e l’altra.