L’ordine, le cose fatte per bene, messe in fila, messe a posto.
Questo libro di ordine ha ben poco, e finalmente.
Perché nel tempo è diventato cassa di risonanza di quelle voci disordinate del cuore, che hanno ragioni sulla ragione.
Nei capitoli ci sono luoghi del Trentino–Alto Adige, ma non le loro descrizioni.
Ci sono numeri, cabala della cartografia e delle geografie, misure della distanza e del posizionamento. Il posto nel mondo.
Ci sono sentimenti, ma non la loro analisi.
C’è una mappa da provare a leggere, che porta solo dove si vuole andare, ma anche dove capita di essere.
C’è tanto vento, Ventodentro, quello che scompiglia le coordinate.
Le pagine che seguono sono stracci colorati di preghiere affidate a quel respiro. Quelle che ascolto e ripeto infaticabile, quelle che a volte parlano una lingua non familiare, voci sincrone suggerite dalla comunione con le parole e il bosco, sintonia a cui ho chiesto in prestito suggestioni, sussurri, prospettive dalle linee inusuali che convergono al cuore.
Alla fine, questo libro è diventato un inno alle esplorazioni vagabonde degli spazi del fuori e del dentro, che restituisco al lettore, alle salite di ogni latitudine, agli occhi che insieme ai piedi si guardano intorno, all’andare in natura.
Al cercarsi, anche quando non si ha la minima idea di dove andare a trovarsi.
Al trovarsi, anche quando non ci si stava cercando.
È un canto e probabilmente è stonato, ma importa?
Nasce dal diaframma che fa vibrare la vita, batte il ritmo nella terra e nello stomaco.
Non può fare a meno di porre domande e proprio lì trova, inattese,
risposte in controtempo.
Ventodentro, Introduzione
Ventodentro
Un libro fatto di piccole istantanee naturalistiche e spirituali, un percorso di avvicinamento ai linguaggi del mondo che non si limitano alle nostre parole, ma si muovono e rimbalzano tra i respiri del bosco.